
EPILOGO
PARTE XIII
Fantasia o realtà?
Avviso: le vicende raccontate nelle conversazioni immaginarie con Agatha Christie sono state ricostruite in maniera il più possibile oggettiva e sono il frutto delle mie ricerche su una scelta piuttosto vasta di materiali (libri, inchieste giornalistiche, tesi di laurea, documentari, film, serie TV e podcast) che, negli anni, si sono occupati della vita e della morte di Lady D. In quanto “selezione”, quindi, le informazioni, e le relative conclusioni non hanno alcuna pretesa di completezza. Le ipotesi (alcune volte fantasiose) che si avanzano negli articoli sono invece il frutto della mia fervida immaginazione.
Cara, credevo che non saresti più tornata a Greenway House…
Agatha… lo pensavo anch’io. A un certo punto, mi sono sentita… come sopraffatta dagli eventi. Non mi sentivo più a mio agio nello scrivere di questa storia. Ho avuto paura delle tante coincidenze che si erano allineate davanti a me, una dopo l’altra.
Coincidenze? Le chiami ancora così? Eppure ne bastano solo due per costruire un indizio, ricordi? No, non è una coincidenza che tu abbia scelto di occuparti di questa storia. E non è una coincidenza che tu abbia scelto me per discuterne. Senza rendertene conto, seguendo un’intuizione, hai trovato un “tuo modo” per smascherare un grande inganno e attraversare, ancora una volta, un grande dolore. Hai centrato esattamente il punto. E non è stato un caso. Ora, però, è il momento che tu chiuda il cerchio.
Agatha, le assicuro che ho scelto per caso l’argomento di cui scrivere e, sempre per caso, ho scelto lei per aiutarmi a ragionare sui punti rimasti oscuri nella tragedia della Principessa…
Ti ricordi il libro che stavi leggendo prima di dedicarti interamente a questa storia?
Nel mese di marzo dello scorso anno ho iniziato a leggere i thriller di un autore italiano contemporaneo che sia chiama Donato Carrisi (e che ora adoro).
E prima? Per esempio nel mese di febbraio?
Aspetti, controllo sul mio profilo Instagram, dove generalmente posto i miei commenti sulle letture più interessanti, e le dirò con precisione cosa leggevo in quel periodo.
Non ti chiederò cos’è un profilo Instagram e com’è collegato al nostro discorso! Comunque, consulta il tuo apparecchietto infernale e poi mi dirai…
Ecco ho trovato! Esattamente il 14 febbraio del 2023 ho postato un commento su un romanzo di Nina De Gramont, una docente di scrittura creativa della University of North Carolina Wilmington. Il romanzo in questione è: “Il caso Agatha Christie” e tratta… No! Non è possibile! Non l’ho fatto consapevolmente… in quel periodo non immaginavo neppure lontanamente che…
Niente è avvenuto per caso. Avevi un altro doloroso percorso da compiere e hai imbracciato l’arma di difesa per te più “naturale”: un libro, un romanzo che ha trattato uno dei periodi più delicati e misteriosi della mia vita. Poi hai sentito la necessità di andare oltre, occupandoti della morte di una donna, un’icona della contemporaneità, che ha sofferto moltissimo a causa dell’infedeltà del marito. Ti faccio notare un particolare a cui, forse, non hai fatto ancora caso: non hai mai chiamato la Principessa con il suo nome e anche questa non è una coincidenza. Pensaci. Comunque, ora sei nuovamente qui, a Greenway House, con me, perché il tuo viaggio si è concluso.
Agatha, mi deve perdonare, ma le voglio ricordare che le conversazioni che intrattengo con lei da ormai un anno sono solo il frutto della mia fervida immaginazione…
Ne sei fermamente convinta, cara? Anche dopo tutto quello che hai scoperto?
Se devo risponderle con sincerità… no, non sono più tanto certa che sia solo fantasia… Tuttavia, se il suo coinvolgimento nella mia storia è “reale”, allora le devo delle scuse per la mia insensibilità: l’ho tirata in mezzo a una vicenda che, probabilmente, le ha rinnovato la sofferenza provata in quel freddo dicembre del 1926…
È tutto passato, cara. Però… sì, ho sofferto moltissimo quando Archie mi ha confessato che amava l’altra, Nancy Neele, e che voleva il divorzio. Me lo disse come se nulla fosse. Dopo che avevamo trascorso una delle notti più appassionate del nostro matrimonio… E avrebbe preteso che io accogliessi quella notizia devastante senza scompormi. Aveva violato il patto che c’era fra di noi e si aspettava che io reagissi in modo razionale, leccandomi le ferite in silenzio. Ricordo, invece, che le sue parole erano per me incomprensibili. Rimasi attonita a fissare la mia vita che si sgretolava velocemente. Quando lui uscì dallo studio, cercai di ricompormi, posai le dita sui tasti della macchina da scrivere, ma mi diedi subito per vinta. Mi dissi che non potevo scrivere niente di buono quel giorno. Non potevo combinare nulla di buono, se prima non mettevo a posto le cose con Archie. A quello avrei dedicato la giornata, a rimettere a posto le cose. L’indomani mi sarei rimessa a scrivere. Ma quella sera, con l’orologio che scandiva le ore e Archie che non tornava, persi la testa. Mi chiusi nello studio di lui, dilaniata fra il sogno (Archie che ritornava da me) e la realtà (Archie, da qualche parte, fra le braccia dell’amante).
Mi dispiace, Agatha. Non sa quanto la capisco. Ma almeno Archie ha trovato il coraggio e la decenza di dirglielo…
Sì, ma solo perché fu l’altra a metterlo alle strette. E, a ogni modo, il livello di disperazione non cambia solo perché il fedifrago ti confessa il tradimento. Chi non ha mai sentito il bisogno di ribellarsi, quando un evento manda in frantumi i tuoi desideri più intimi e preziosi? I personaggi dei miei romanzi, qualunque cosa accada loro, reagiscono sempre in modo mirabilmente misurato. «È un brutto colpo» si limita a dire qualcuno, scoprendo che gli hanno ammazzato la moglie o l’amante. Ma nella realtà è raro che un lutto venga affrontato con tale compostezza. Davanti alla perdita irreparabile di qualcosa che ti era infinitamente cara, è impossibile non disperarsi. E io mi sentivo disperata. Il resto lo sai già. Lo sa tutto il mondo. Sparii per undici giorni e tutti temettero il peggio. Io non morii in quel mese di dicembre del 1926. Raggiunsi invece la veneranda età di 85 anni e scrissi molti libri: circa uno all’anno. «Christie for Christmas» soleva dire il mio editore, gongolando. Mi lasciai alle spalle Archie e quel matrimonio tradito e vissi un altro amore a me più congeniale. Perché una volta che apri gli occhi sul tuo passato, sei pronta a costruirti un futuro migliore. Il futuro che meriti. Anzi, rimpiango di non aver ringraziato Nancy Neele per avermi inconsapevolmente dato l’opportunità di vedere realmente chi avevo di fronte. In fondo, se non ci fosse stata lei nella vita di Archie, io avrei continuato a vivere nella menzogna e, cosa ancora più triste, non avrei mai avuto l’opportunità di conoscere Max e di vivere la meravigliosa vita che poi ho vissuto con lui. Archie mi aveva lasciata per una donna più giovane e questa circostanza, all’epoca, mi aveva ulteriormente ferita, ma alla fine il destino ha voluto che mi innamorassi (amorevolmente ricambiata) di Max, di ben 14 anni più giovane di me… Lo conobbi nel 1930, durante un viaggio in Iraq. All’epoca era l’assistente del famoso archeologo Leonard Woolley. Lo sposai a settembre di quello stesso anno. Fui davvero felice con il mio secondo marito e siamo stati insieme fino al 976, anno della mia morte.
Il destino le ha offerto l’opportunità di prendersi una bella rivincita: sono felicissima per lei!.
Cara, anche a te la vita potrebbe riservare delle sorprese…
Non penso proprio…
Hai presente le crepe del tuo cuore, dove le cose non hanno funzionato come speravi, e dove hai rattoppato con delle pezze per andare avanti? È da quelle crepe che filtrerà la luce.
La ringrazio molto per le sue parole, Agatha. Comunque, è la seconda volta che qualcuno mi dice che bisognerebbe ringraziare le amanti dei fedifraghi perché, in maniera inconsapevole, ti offrono l’opportunità di liberarti di un’unione bugiarda…. Ora, la domanda è: se la Principessa non fosse morta, avrebbe ringraziato l’amante storica del marito?
Nel caso della Principessa, io ho un’idea diversa…
Quale?
Da che mondo e mondo, l’uomo racconta all’amante sempre la stessa storia: lui non ama più sua moglie, forse non l’ha mai amata; non fanno sesso da anni; la passione si è spenta fra loro; è un matrimonio triste e desolato; se lui non se n’è ancora andato è solo per i figli, o per i soldi, o per la casa, per pura convenienza, insomma; si è sentito rinascere solo grazie a lei, la nuova amante… e bla, bla, bla. In quanti casi si tratta di argomentazioni vere? Non in molti, forse in pochissimi, secondo la mia esperienza. La verità è che i fedifraghi non solo hanno poca fantasia, ma sono intrinsecamente bugiardi soprattutto con le loro amanti. E se non sono scoperti e lasciati prima dalle loro legittime consorti, si stufano presto delle altre donne e ritornano sempre a casa.
Ma non mi sembra sia stato il caso del Principe di Galles…
E chi può dirlo ormai? La Principessa morì, guarda caso, un anno dopo divorzio. E proprio il divorzio avrebbe potuto essere per la coppia reale un nuovo inizio.
Riflettendoci bene, dopo il divorzio, le persone più vicine alla Principessa e all’erede al trono hanno parlato di un rapporto quasi d’intesa fra i due ex coniugi e anche recenti ricostruzioni televisive hanno evidenziato questo aspetto. Ma allora l’ipotesi di una storia d’amore e di un fidanzamento fra la Principessa e Dodi?
Un fidanzamento con l’erede di Al Fayed non avrebbe impedito alla Principessa, se se ne fosse presentata l’opportunità, di tornare da suo marito. La Principessa avrebbe scelto sempre lui, il Principe di Galles. Nonostante tutto, ahimè! E l’altra donna, scaltra e navigata, lo sapeva molto bene.
Agatha, vediamo un po’ se ho capito il senso delle sue parole: sta forse suggerendo che dopo il divorzio reale, esaurite la rabbia e l’ostilità,i due ex-coniugiavrebbero potuto iniziare a guardarsi con occhi diversi fino a innamorarsi nuovamente e che l’amante dell’uomo avrebbe fatto di tutto per impedirlo?
Esattamente, cara…
A ogni modo, l’altra donna non può essere intervenuta nell’incidente di Parigi: non aveva i mezzi e le risorse necessarie…
Chi? La donna che è stata alle costole del Principe praticamente da tutta una vita? Le amicizie del Principe erano anche le sue, così come le risorse, incluse autorità, potere e tutto il resto. Penso a questa eventualità da quando mi hai raccontato ciò che disse il maggiordomo alla mia amica Elisabetta, la Regina…
Sì, Agatha. Se prendiamo per vero ciò che scrisse Paul Burrel in A Royal Duty, la Regina in persona, alcuni mesi dopo l’incidente mortale della Principessa (precisamente nel novembre del 1997) lo avrebbe avvertito di “essere prudente”. Precisamente gli disse: “Stia attento Paul. Ci sono forze all’opera nel mio Paese di cui anch’io ignoro l’esistenza” .
“Forze all’opera di cui anch’io ignoro l’esistenza”… A chi si riferiva? Non certo ai servizi segreti “ufficiali”, cioè quelli al servizio della Corona e, quindi, al suo servizio. E se una frangia dei servizi segreti, avesse deciso di offrire in segreto le sue “competenze” a qualcun altro? Qualcun altro, ben inteso, che una volta entrato nella famiglia reale a pieno titolo, non avrebbe dimenticato di elargire le opportune ricompense…
E la Regina avrebbe sospettato tutto questo…
Sì, ma quando ormai era troppo tardi per la Principessa. E a quel punto ha pensato solo alla tutela dei nipoti e alla sopravvivenza della Corona d’Inghilterra… Per questo ha deciso di stare sul trono il più a lungo possibile… praticamente fino alla sua morte.
È solo una suggestione, ma se scoprissimo che persone che oggi godono dell’assoluta fiducia del re e della sua nuova consorte (funzionari di corte, lord ciambellani), ai tempi della morte della Principessa, fossero (guarda caso) legati ai servizi segreti?
Credo che non sarebbe una pista da sottovalutare. Ma la nostra inchiesta si fermerà qui.
Ma come, Agatha? Perché fermarci proprio ora?
Perché tu hai bisogno di voltare pagina…
Forse è vero. È arrivato il momento di staccarsi da certe storie… di lasciarle andare.
E poi ho capito che non vedi l’ora di occuparti di un “certo” autore, i cui libri hai già divorato.
Ma nessuno prenderà mai il suo posto nel mio cuore. Questo lo sa, vero, Agatha?
2 thoughts on “EPILOGO”
Scritto davvero bene, mi piace!
Hey people!!!!!
Good mood and good luck to everyone!!!!!