
I retroscena dei miei primi tre post…
La sociologa che qualche volta alberga in me dovrebbe avvisarmi di non scrivere questo post; dovrebbe mettermi in guardia dal lasciarvi accedere al “retroscena” del mio blog, perché, avendo letto (lei, la sociologa) The Presentation of Self in Everyday Life di Erving Goffman, sa benissimo che i “segreti”, o i “trucchi” che si concordano dietro le quinte, se portati all’esterno, potrebbero rendere poco credibile l’intera rappresentazione.
E qual è stata la rappresentazione che finora ho dato di me?
Sicuramente quella di una donna organizzata che è riuscita (nonostante un lavoro a tempo pieno e una famiglia da curare) a trovare il tempo per rileggere uno dei romanzi gialli che le era rimasto nel cuore fin da bambina, a condividerlo con voi (scrivendo ben tre post sull’argomento), a “rintracciare” le ricette relative al periodo di ambientazione del libro e a prepararle (procurandosi anche ingredienti non facilissimi da trovare), a far sedere intorno a un tavolo, finalmente apparecchiato con cura, 4 persone che non potevano essere più distanti fra loro per gusti alimentari e letterari, per età e anche per altro. Last but not least, ha perfino “documentato” il tutto con foto scattate e postate da lei anche su Instagram. Lei, che fino a 20 giorni prima, sapeva solo “teoricamente” che cosa fosse un profilo social!
In realtà, la donna organizzata non esiste. È sì riuscita a far quello di cui sopra, ma dietro quelle foto (letteralmente dietro) pubblicate sul suo giovane blog e sul profilo Instagram, regnava il caos più assoluto: panni sporchi che si accumulavano nella cesta perché, troppo presa dallo scrivere i post, scordava di caricare la lavatrice; panni puliti dimenticati sullo stendino che si bagnavano e si asciugavano a seconda delle condizioni meteorologiche di Milano; panni da stirare stipati nell’armadio perché “occhio non vede…”. Inutile stare a descrivere le scene del mattino quando tutti dovevano essere pronti per uscire alle otto, lei compresa…
In cucina le cose non sono andate meglio: è vero, ha preparato una english breakfast coi fiocchi, ma nelle ultime due settimane, nelle sue cene, spadroneggiavano solo quattro ingredienti: pasta, panna, burro e peperoncino in polvere che, tradotti in piatti, sono diventati spaghetti al burro per i bambini, spaghetti aglio, olio e peperoncino per gli adulti di casa e, come alternativa, tortellini panna e prosciutto per tutti. E quando, presa dai rimorsi culinari, si è decisa a preparare il pasticcio di carne e funghi (ricetta firmata Jamie Oliver) per la figlia che ne è ghiotta, il risultato stava letteralmente andando in fumo, perché troppo impegnata a finire di postare un articolo…
E vogliamo poi parlare delle buone abitudini che aveva faticosamente fatte proprie da un po’ di mesi? Tutte perse per dedicarsi al suo blog: niente più pulizia del viso e maschera nutriente prima di andare a dormire; niente più tisana allo zenzero e limone preparata e sorseggiata ogni sera nell’illusione di velocizzare il suo metabolismo lento; niente più pane di segale con semi fatto in casa per una sana colazione al mattino…
Ma c’è dell’altro. Avete visto il film Julie&Julia? Avete presente l’espressione di Julie Powell quando posta i suoi primi articoli e per giorni e giorni non riceve alcun commento da nessuno? Ecco. La stessa espressione le compariva sul volto ogni volta che si collegava al suo sito e leggeva “ancora nessun commento”… É vero, lei ha creato un blog soprattutto per sé stessa, per parlare di gialli e di cibo, replicando tanti piccoli frammenti di felicità. Ma non si era posta una questione: parlare di gialli e di cibo con chi?
E dire che Mauro Blog (un amico del marito che l’ha aiutata con le questioni tecniche riguardanti l’apertura del suo spazio virtuale) le aveva posto la questione: “ma se non hai un profilo Facebook o Instagram, come pensi di far conoscere il tuo blog? Difficilmente, senza i social, qualcuno arriverà a leggerti”. “Ok. Facciamo solo Instagram, allora: non posso permettermi di gestire più di un social”. Era stata la sua risposta. Come se avesse già 1000 e più follower che non attendevano altro che leggere i suoi post, lasciare i loro commenti e guardare le sue foto (alcune pessime, come quella dell’omelette al curry. Ma questa è un’altra storia…). La realtà è che, a quasi due settimane dalla sua presenza sul web, le persone interessate ai suoi post (c.d. follower) sono 56 di numero… però, vi posso assicurare che, almeno per il momento, fra i follower, i suoi parenti sono solo tre: la cognata, suo cugino e una cugina del marito. Niente amici, conoscenti o colleghi di lavoro. Il motivo? Ha voluto mantenere un po’ di riserbo sul suo lancio nella blogsfera con chi già la conosceva perché non voleva essere letta solo per “cortesia”.
Considerando il “dietro le quinte”, l’esperienza blog non sembrerebbe molto gratificante… e invece no! Lei sente di aver avuto molto più di quello che si aspettava.
Ora le lascio la parola e lei stessa vi spiegherà gli elementi positivi del suo “retroscena”.
Innanzitutto, il circolo virtuoso (-lettura o rilettura di un buon libro giallo- menù a tema-mise en place impeccabile-ospiti speciali con cui passare qualche ora di serenità-vedi sezione About) si è realmente attivato. È vero, in casa, mentre scrivevo post e cercavo le ricette adatte, regnava il caos e i misteriosi ospiti “speciali” altro non erano che gli abitanti stessi di quella caotica casa, ma, almeno per la durata di quella colazione, ci siamo sentiti come dei sir Henry Clithering davanti a un piatto di rognoni al bacon e come delle Miss Marple al Bertram Hotel.
Altro elemento positivo del retroscena del mio blog è stata una collaborazione familiare che non credevo…
Mio marito si è dato molto da fare per procurarmi i rognoni e il Madeira; mi ha regalato un set di coltelli molto eleganti (uno l’ ho utilizzato anche in una foto pubblicata il 17 marzo su Instagram) e, per ben tre volte in due settimane, mi ha portato dei fiori con la scusa che avrebbero potuto ingentilire qualche mia foto. Anche i bambini hanno fatto del loro meglio: rubando rametti di forsizia (proprio i fiorellini gialli che vedete in molti scatti) dalle siepi del giardino della loro scuola…E che dire di una foto scattata in una cucina di una città della Renania-Wesfalia e inviatami in tempo reale per poter essere postata su Instagram proprio in quel momento?
Ma lasciate che vi racconti meglio, perché a dispetto di ciò che scrive Erving Goffman sui “segreti”, o sui “trucchi” che si concordano dietro le quinte, lo svelare un “retroscena” non è sempre inopportuno.
Dopo aver finito di postare il mio terzo articolo con le foto della mia english breakfast, ho deciso che era arrivato il momento di informare del mio blog anche mio fratello, cuoco di professione che vive e lavora in Germania da più di venti anni. Ovviamente, nel sentire la notizia, sia lui che la moglie si sono precipitati a vedere il mio sito, mentre io, al telefono, mettevo già le mani avanti sulla pessima qualità delle foto che avevo scattato, riferendomi soprattutto a quella dell’omelette al curry (che avevo pubblicato sul blog, ma non su Instagram, dove avrebbe avuto maggiore visibilità e, quindi, maggiori critiche). Per carità, l’omelette di Agatha in sé era deliziosa, ma buttata lì, enorme (la ricetta era per due persone) e senza grazia, in quel piatto che non avrebbe dovuto essere quello…
A ogni modo Angela (pronucia Anghela), mia cognata, che ha un senso dell’estetica molto spiccato, una grande passione per la fotografia e un modo di fare rapido e deciso, ha preso la sua macchina fotografica, ha radunato con molto gusto e simmetria tutti gli ingredienti della famigerata omelette al curry (per mia fortuna la dispensa di casa di uno chef è sempre molto ben fornita) ha scattato una foto e l’ha inviata sul mio cellulare. Il tutto mentre io ancora mi lamentavo al telefono con mio fratello. Cinque minuti dopo, la foto scattata in una cucina di una città della Renania-Wesfalia era già sul profilo Instagram del blog, pronta a ricevere i suoi meritati like (per i più curiosi: è la foto pubblicata il 31 marzo).
Ma gli elementi positivi del “retroscena” del mio giovane blog non finiscono qui.
Il post sulla mia colazione del 1982, pubblicato il 25 marzo su Instagram, ha ricevuto un like anche dal mentore di Jamie Oliver, Gennaro Contaldo. Io stimo molto Gennaro, perché credo che sia gran parte merito suo se la cucina di Oliver è quella che è: sana, semplice, gustosa, conviviale, colorata… e poi, da quando mio marito ha visto in tv una sua gag in cui ribadiva che a Natale, come sempre, avrebbe regalato a Jamie un libro e una bottiglia di Barolo, anche lui fa lo stesso con me: un libro di Jamie Oliver e una bottiglia di Barolo a ogni Natale… da almeno sei anni!
È giunto il momento di lasciarci (altrimenti mio marito si lamenta che scrivo post troppo lunghi), ma non prima di condividere una ricetta che è “rappresentativa” di questi retroscena appena svelati: non è tratta da una detective story (nelle vacanze di Pasqua mi sono dedicata solo alle storie di Beatrix Potter), ma, siccome, a casa mia, nelle ultime due settimane, non si è fatto altro che parlare dei gialli letti negli anni ’80, non potevo non rispolverare questo piatto (molto ruffiano e molto kitsch) che andava di moda proprio nella seconda metà di quei mitici anni… e poi avevo già tutti gli ingredienti in casa: il salmone e le uova di lompo nere e rosse (noi non andiamo mai via dal mitico colosso svedese senza prima rifornirci alla sua bottega); la vodka (portata direttamente da San Pietroburgo da Serena, una cugina di mio marito); la panna (che, come vi dicevo, ha spadroneggiato sulla nostra tavola negli ultimi 15 giorni) e la pasta formato farfalle (che nella mia dispensa non manca quasi mai). Ma sì che avete capito di che ricetta si tratta!
Le dosi, i consigli e gli avvertimenti sulla preparazione li trovate qui.
A presto,
Angela
P.S. Anche se il mio pasticcio di carne si è rivelato un “vero” pasticcio, vi lascio comunque la ricetta che è tratta dal libro I miei menù da 30 minuti di Jamie Oliver.
3 thoughts on “I retroscena dei miei primi tre post…”
Ma che bel post !! Condivido molte delle cose che hai scritto, specie riguardo alla routine casalinga stoppata dall’entusiasmo da blogger. Comunque con le foto si può sempre migliorare 😊 buona domenica !!
Grazie!!! La prima persona che commenta! Dovrei scriverci un post intero!
Grazie ancora. Ho visto che anche tu curi un blog: ti seguirò.
Buona serata
Si tuo marito ha ragione! Scrivi post lunghi ma mi piace proprio questo e mi piace anche il fatto che ci hai raccontato il dietro le quinte, alla faccia di tutte le blogger perfettine che mostrano solo al parte migliore. C’è chi vuol leggere anche questo, continua così e abbi fede.