I SEGRETI DI UN MAGGIORDOMO
PARTE XII
Parole di fuoco… ancora
Avviso: i fatti raccontati in questo dialogo immaginario con Agatha Christie sono stati ricostruiti in maniera il più possibile oggettiva e rappresentano il risultato delle mie ricerche su una selezione di materiali (libri, inchieste giornalistiche, tesi di laurea, documentari, film, serie TV e podcast) che, negli anni, si sono occupati della vita e della morte della Principessa di Galles più amata di sempre. In quanto “selezione”, quindi, le informazioni, e le relative conclusioni, che vengono tratte sulla base di tali materiali, non hanno alcuna pretesa di completezza. Le ipotesi (alcune volte azzardate) che si avanzano nell’articolo sono, invece, il frutto dell’immaginazione di chi scrive.
Ottobre 1996
«Sono seduta qui alla mia scrivania oggi, desiderando che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi a rimanere forte e a tenere la testa alta. Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa. Mio marito sta pianificando un guasto ai freni nella mia automobile per causarmi un gravissimo trauma cranico in modo che possa sposare [la tata dei bambini]. [L’amante di sempre] non è altro che un diversivo, quest’uomo ci sta usando entrambe».
Agatha, questo è uno stralcio della lettera scritta dalla Principessa di cui le ho parlato tempo fa: la diede al suo fidato maggiordomo, Paul Burrell, nell’ottobre del 1996 con l’ordine di tirarla fuori solo se le fosse successo qualcosa. La lettera, analizzata e giudicata autentica, è stata poi pubblicata nel 2003 all’interno del libro A Royal Duty, scritto dallo stesso Burrell. Come può notare dalla data, è stata scritta dopo circa un anno dalla famigerata intervista alla BBC. La Principessa continuava a essere convinta del “doppio tradimento” del marito. Anzi, quando scrive che l’amante di sempre non è altro che un “diversivo” e che il marito le sta usando entrambe, sembra quasi essere solidale con la donna che le aveva rovinato il matrimonio sin dall’inizio.
Ma, scommetto che, nel frattempo, nella vita dell’amante di sempre qualche novità stava subentrando…
Che intende dire, Agatha?
Cara, intendo dire che la Principessa si sbagliava. Il “diversivo” non era l’amante di sempre, ma la tata. Penso che la questione della tata sia stata creata ad hoc per distrarre tutti dai cambiamenti che stavano avvenendo nella vita dell’amante storica. Cambiamenti graduali ma studiati.
Agatha, io non riesco ancora a seguirla…
Ora ti spiego meglio, ma prima dimmi: quando fu annunciato il divorzio fra l’amante storica del principe di Galles e il suo primo marito?
Dunque… l’ho segnato qui… gennaio 1995.
E in quel periodo, puoi dirmi se l’attenzione della stampa e, soprattutto, della Principessa, fosse concentrata su qualcuno in particolare?
Comincio a capire, Agatha! Proprio nel momento in cui fu annunciato il divorzio della sua amante dal marito, il principe di Galles era sulle prime pagine dei tabloid: fotografato in montagna, con un ridicolo berretto rosso con pon-pon e un braccio intorno alle spalle di una giovane e graziosa ragazza (la tata dei suoi figli, appunto). All’epoca, il “Daily Mirror” titolò la sua prima pagina con “IL BACIO”, mostrando la foto dell’erede al trono che baciava sulla guancia la giovane tata.
Cara, la tata è stata un altro Joker inconsapevole. La sua apparizione ha avuto un duplice scopo: il primo, era quello di “distrarre” la Principessa (e tutta l’opinione pubblica) dal fatto che l’amante del principe stava facendo il primo passo verso il trono, ovvero si stava liberando del marito e il secondo era quello di alimentare la rabbia e la gelosia della Principessa nel tentativo di rendere poco credibile tutto ciò che avrebbe scritto e detto in seguito. Prendiamo, ad esempio, la lettera custodita dal maggiordomo. La stessa Principessa indica chi (il marito) l’avrebbe uccisa e come (incidente d’auto) sarebbe avvenuto. Ma il perché, ovvero il movente, risulta confuso, poiché non c’era alcuna relazione sentimentale fra la tata e il principe.
Ho capito ciò che intende dire, Agatha. Si voleva far apparire la Principessa come “paranoica”, in maniera tale che ogni sua accusa cadesse nel vuoto, rimanesse inascoltata… Un po’ come la storia di “Al lupo, al lupo!”
Esatto, cara. Ma i segreti custoditi dal maggiordomo non finiscono qui, vero?
Sì, Agatha. Non c’era solo la lettera… Come si ricorderà, due anni prima della pubblicazione del libro (gennaio 2001), l’ex maggiordomo fu accusato dalla famiglia d’origine della Principessa di aver approfittato della sua posizione di fiducia per rubarle degli oggetti di valore.
Sì, cara: mi ricordo benissimo. Mi ricordo anche che il processo che ne seguì mise in luce ciò che “realmente” Scotland Yard stava cercando in casa di quel maggiordomo: uno scrigno che, presumibilmente, conteneva foto, lettere, documenti…
Esatto, Agatha. Più precisamente, lo scrigno conteneva: un anello con sigillo (regalato alla Principessa dall’ex ufficiale delle Life Guards con cui ebbe una relazione); una lettera di dimissioni da parte del suo segretario privato (Patrick Jephson); alcune lettere scritte dal suocero (il Duca di Edimburgo, marito della Regina) e dei nastri in cui la Principessa aveva registrato la sua voce, rivelando alcuni dettagli della sua vita a palazzo.
Se non ricordo male, la registrazione di uno di quei nastri riguardava una testimonianza scottante: un giovane soldato della Guardia che racconta di aver subito dei gravi abusi di natura sessuale da parte di un fidatissimo membro dello staff del principe di Galles… Quello che non mi è chiaro è il motivo per cui la Principessa abbia registrato dei nastri. Come le è venuto in mente?
Agatha, deve sapere che fra il 1992 e il 1993, la Principessa prese lezioni di dizione da un professore americano che era anche un attore: un certo Peter Settelen. Sicuramente gli esercizi di dizione prevedevano la registrazione della voce, per poterla poi riascoltare e correggere la pronuncia di alcune parole. Ecco, io credo che la Principessa abbia usato quel registratore come un sorta di “confessionale” e penso che, quando era sola, sicura che nessun altro fosse in ascolto, si lasciasse andare a ruota libera. In questi nastri, infatti, lei registra il racconto di alcuni significativi episodi della sua vita a palazzo, come ad esempio, il confronto con la suocera, la Regina, quando le confessò in lacrime tutto il disagio per quel suo matrimonio senza amore. «Andai dalla ‘Grande Signora’ piangendo e le dissi: ‘Cosa devo fare?’ E lei mi rispose: ‘Non so cosa devi fare. [mio figlio] è senza speranza’. E quello fu tutto il suo aiuto». In un altro nastro, la Principessa racconta di quando affrontò direttamente il marito sulla relazione extra-coniugale che intratteneva da sempre con “la presunta amica di famiglia”: «Perché? Perché ti tieni questa donna intorno? E lui rispose: ‘Mi rifiuto di essere l’unico principe del Galles che non ha mai avuto un’amante». Ma in quei nastri è stato ascoltato anche qualcosa di sconcertante, sempre raccontato e registrato dalla stessa Principessa: l’infatuazione per un agente della squadra a protezione della famiglia reale. «Quando avevo 24 anni, mi innamorai profondamente di qualcuno che era parte di tutto questo». Il riferimento è a Barry Mannakee. Secondo quanto registrato dalla Principessa, la famiglia reale sapeva. «Ma non c’era alcuna prova. Non avrei mai giocato con il fuoco, ma lo feci e mi bruciai. Tre settimane dopo che fu trasferito, rimase ucciso in un incidente di moto. Ed era stato la cosa più bella che avessi avuto».
A quando risale tale vicenda, cara?
La storia risale all’84-85, subito dopo la nascita del suo secondogenito. C’è da specificare, a rigor di cronaca, che, come ha rivelato recentemente nel libro Spare (2023) lo stesso figlio minore della Principessa, fu il marito a “decretare” in privato la fine di ogni rapporto intimo con la moglie. A pagina 26 di Spare, infatti, riferendosi al suo ruolo di “riserva”, il secondogenito della coppia reale scrive: «Avevo vent’anni quando ho saputo della presunta frase che papà avrebbe detto a mamma il giorno della mia nascita: “Splendido! Adesso mi hai dato un’erede e una riserva: il mio lavoro è finito”. Probabilmente era una battuta. Ma, d’altro canto, si dice che dieci minuti dopo essersi esibito in questo siparietto di comicità mio padre abbia incontrato la sua amante di sempre. Conclusione: spesso scherzando si dice il vero».
Povera ragazza! Come biasimarla per aver cercato attenzioni e affetto altrove…
Esatto, Agatha! Comunque, le audio cassette, insieme alla lettera di accuse contro il marito, furono sequestrate al maggiordomo dalla polizia quando questi venne accusato di furto. Ma prima di riconsegnarle, gli inquirenti le duplicarono. Dopo aver visionato quella in cui la Principessa parla del bodyguard di cui si era infatuata, l’allora capo di Scotland Yard, Sir John Stevens, ordinò la riapertura dell’indagine sulla morte della guardia del corpo: probabilmente, nel tentativo di bloccare sul nascere ogni sospetto che a organizzare questo incidente fossero stati i servizi segreti britannici su mandato della Corona.
Quali furono esattamente le circostanze della morte del bodyguard?
Avvenne nel 1987, dopo essere stato trasferito ad altro incarico. Era a bordo di una Suzuki guidata da un altro poliziotto. Ci fu uno scontro con un’auto, guidata da una ragazza di 17 anni, una certa Nicola Chopp, di cui poi si sono perse le tracce: si dice si sia trasferita negli Usa. Il conducente della moto riportò gravi ferite, ma sopravvisse, mentre l’ex bodyguard della Principessa morì. A dare la notizia alla giovane fu proprio il principe mentre erano ospiti al Festival di Cannes, in Francia. La Principessa ebbe una reazione drammatica, si produsse dei tagli sul petto e sulle braccia con i gioielli che aveva addosso e ci volle tutta la pazienza della sua dama di compagnia per renderla presentabile in pubblico.
Immagino che il nostro super poliziotto che nel 2004 era a capo di Scotland Yard chiarì ogni dubbio di un possibile complotto…
Pare di sì: come le dicevo, nel 2004 Scotland Yard aprì un secondo ramo di indagini (rispetto a quello principale che riguardava l’incidente della Principessa avvenuto a Parigi). Mi pare, però, che nell’inchiesta del 2004, la ragazza diciassettenne che causò lo scontro non fu risentita dagli inquirenti… pare sia sparita nel nulla…
L’ennesima coincidenza… Ho perso il conto di quante ne abbiamo incontrate in questo caso!
È vero! Ma ritorniamo al maggiordomo. Alla luce di tutto ciò, può ben capire, Agatha, come mai il giorno della prima udienza del processo non ci fu “il bagno di sangue” che tutti si aspettavano. La faccenda del furto è stata subito liquidata grazie all’intervento personale della Regina che, tramite il suo portavoce, confermò di essere stata messa al corrente, al tempo, dallo stesso maggiordomo che avrebbe custodito a casa sua alcuni beni della Principessa. Tale comunicazione bastò a fermare tutto procedimento giudiziario e a congelare ogni obiezione sul perché, dopo la morte della Principessa, Burrell non avesse provveduto a riportare i beni ai suoi familiari. Si è discusso anche sul motivo per cui la Regina non avesse parlato prima che il processo iniziasse. Dal palazzo si spiegò che Sua Maestà non era intervenuta per evitare illazioni della stampa su possibili interferenze della Corona nelle indagini, ma che poi, dopo una riunione con il marito (il Duca di Edimburgo) e con il figlio (marito della Principessa), si era resa conto di quanto quell’informazione fosse importante. Di fronte alla chiara volontà della sovrana di metterci una pietra sopra, il processo morì sul nascere, con un “non luogo a procedere”. Gli eventi del processo lasciarono a tutti (non solo agli inquirenti) il dubbio sul perché il maggiordomo non avesse fatto interpellare una testimone così incontestabile. E, a più di vent’anni di distanza da tali eventi, sono in molti a pensare che, se la Regina in persona era intervenuta, era stato perché il maggiordomo era depositario di segreti (rivelati dalla Principessa) così pericolosi che, pur di farlo tacere, si era scomodata Sua Maestà. Del resto, in A Royal Duty, è lo stesso Burrell a scrivere delle parole che suonano come monito per qualcuno. Ad esempio, a pag. 263 scrive: «Mi abituai a essere testimone della corrispondenza importante [della Principessa], dalla Regina, dal Duca di Edimburgo, dal primo ministro John Major, da Elton John e da molta altra gente, compresi i familiari della Principessa: Io ero il suo testimone, con il suo consenso, di molte cose, persino del suo testamento e dei documenti del divorzio che non voleva che il suo segretario privato, Patrick Jephson, vedesse».
Sì, hai detto bene cara: queste parole hanno il sapore dell’avvertimento per qualcuno… Ti ho già parlato della mia ipotesi sulle lettere scritte dal Duca di Edimburgo: se le missive firmate dal suocero della Principessa e custodite nello scrigno, avessero contenuto anche delle minacce esplicite che avrebbero potuto avvalorare l’ipotesi di un complotto ai danni della giovane donna, l’intervento “improvviso” e risolutore della Regina nel processo sarebbe facilmente spiegato. Lo stesso vale per i nastri registrati. Sappiamo dell’incidente del bodyguard e dei sospetti della Principessa, ma chi ci assicura che non ci siano altre audio o video cassette tenute ancora segrete perché ancora più compromettenti? E chi può dirci che queste non siano state “l’assicurazione” del maggiordomo?
Al centro di ogni ipotesi c’è sempre la Royal Family. Ma, come per tutto ciò che la riguarda, forse la verità non la sapremo mai.
3 thoughts on “I SEGRETI DI UN MAGGIORDOMO”
Yeah, now it’s clear … Otherwise I didn’t quite understand right away where the connection with the title itself is …
…
Hey people!!!!!
Good mood and good luck to everyone!!!!!