Murder, she wrote…

Murder, she wrote…

In questo periodo l’America si prepara a celebrare il Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, la più americana di tutte le ricorrenze.

Secondo lo Zanichelli 2009 è una festa civile e religiosa che ricorre il quarto giovedì di novembre. Fu istituita dai “Padri Pellegrini” (i colonizzatori inglesi dell’attuale Massachusetts) nel 1621 per ringraziare Dio del buon raccolto di granturco ottenuto con l’aiuto degli indigeni.

Il primo Ringraziamento in un dipinto di Jean Leon Gerome Ferris

Secondo la tradizione americana è una giornata da passare in famiglia e da celebrare con pranzo a base di tacchino ripieno (turkey and stuffing), patate dolci (sweet potatoes) e torta di zucca (pumpkin pie).

Come studiosa di società, a queste informazioni dovrei aggiungerne delle altre, citando studi (come quelli di Judy Dow e Beverly Slapin 2003; di Ann Uhry Abrams 1999; o di Kieran Doherty 1999) che tendono a decostruire il mito legato a tale festa. Dovrei scrivere, per esempio, che il trattato che ha segnato l’inizio della democrazia coloniale, al suo esordio, mirava all’eliminazione degli indigeni (infatti, dietro ai seri e devoti “Padri Pellegrini” -cristiani che lasciarono l’Inghilterra perché perseguitati per la loro adesione al calvinismo– c’erano una società di azionisti -la Virginia Company- e una schiera di  mercenari armati, entrambi con l’intenzione poco amichevole di colonizzare le terre degli indigeni, così come ordinato dal Re Giacomo d’Inghilterra). E dovrei pure sottolineare che se quel giorno di novembre del 1621 a Cape Cod, Massachusetts, c’erano anche dei nativi locali presenti al pranzo celebrativo dei coloni, erano sicuramente lì nella veste di servitori.

Fu durante la Grande Depressione che il Giorno del Ringraziamento venne trasformato in una storia sulle origini degli Stati Uniti: probabilmente per creare coesione in una società caotica e sull’orlo del collasso economico.

Nel 1970, gli United American Indians of New England indissero una protesta contro il festeggiamento del Giorno del Ringraziamento, che fu definito una “Giornata di Lutto Nazionale”: in quella occasione i nativi americani accusarono apertamente il governo degli Stati Uniti di aver inventato un mito per coprire la cruda realtà del colonialismo.

Nel 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la “Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni” e, secondo alcuni studiosi (vedi, ad esempio, Roxanne Dunbar-Ortiz), il Giorno del Ringraziamento dovrebbe diventare un momento di celebrazione della sopravvivenza delle nazioni native, grazie alla loro resistenza.

Ecco, dunque, cosa altro c’è dietro il  turkey and stuffing, le  sweet potatoes e la pumpkin pie

Pumpkin pie

Eppure, anche dopo aver letto queste verità, c’è qualcosa di questa festa che continua a piacermi molto: come il fatto che individui singoli e intere famiglie percorrano grandi distanze, affrontando anche grosse spese, pur di stare insieme. Nel Giorno del Ringraziamento nessun americano deve essere solo.

Questa cosa l’ho vista spesso nei cartoni e in tanti film ambientati in America. Ma poi, una decina di anni fa, mi è capitato di leggere anche un romanzo giallo, ambientato proprio nel periodo del “Ringraziamento”, in una piccola e ridente cittadina del Maine… Cabot Cove.

Avete capito quale libro sto citando? Sicuramente sì poiché prima che essere un libro è un telefilm molto conosciuto e amato.

Oggi non la tirerò per le lunghe come faccio di solito: il romanzo a cui mi riferisco è “Ospite inatteso a Cabote Cove”. Gli autori sono Donald Bain, uno scrittore e sceneggiatore statunitense, scomparso recentemente, che ha scritto – firmandoli, oppure in qualità di ghost writer – più di cento libri, molti diventati best-seller,
 e Jessica B. Fletcher… Sì proprio lei, la mitica, inimitabile e inossidabile Jessica Fletcher della Tv (alias Angela Lansbury): vedova, insegnante di Letteratura inglese in pensione, ma soprattutto scrittrice di gialli.

Jessica B, Fletcher, alias Angela Lansbury

Come tutti ben sapete (chi non ha visto la serie?) vive in una cittadina affacciata sull’oceano, Cabote Cove (che in realtà non si trova nel Maine, ma in California e corrisponde alla città di Mendocino),  ma è spesso in giro per il mondo  a presentare il suo ennesimo romanzo e a risolvere l’ennesimo omicidio: perché sapete anche voi che Jessica è un’inguaribile impicciona. Dove c’è un delitto, c’è lei. E lei ne sa sempre di più rispetto alla polizia.

Quando  Rai 1 mandava in onda le prime puntate de “la Signora in Giallo” avevo 16 ed era estate.

Ricordo che in quel periodo avevo una gran voglia di uscire con le amiche tutte le sere, tranne in una: in  quella in cui in TV c’era lei, la Signora in Giallo.

 Jessica rappresentava quello che volevo essere io a 60 anni: una scrittrice di gialli, un po’ impicciona, che viene invitata dappertutto per presentare l’ennesimo romanzo. Anch’io, arrivata alla sua età, avrei preso un aereo last minute per spostarmi dalla campagna inglese (dove ero sicura che avrei abitato) verso posti come New York, Parigi, Berlino… Come lei non mi sarei mai lamentata per una camera d’albergo troppo piccola. Non avrei mai sbuffato se la cena non si fosse rivelata all’altezza. Insomma, non avrei assunto atteggiamenti da diva. Però, avrei sfoggiato l’intramontabile trench (Burberry) e avrei messo più di un abito da cocktail in valigia. Ma, cosa più importante, avrei fatto un ottimo tè delle cinque: che ci fosse stato un morto in salotto o un cadavere in fondo al lago (perché, chiaramente dove c’ero io ci sarebbero stati delitti da risolvere), sarei stata imperturbabile. Prima di delineare qualsiasi strategia investigativa, avrei invitato le mie migliori amiche a bere una tazza di Earl Grey fumante. Perché, d’accordo un delitto, ma mica si può saltare così impunemente il tea time!

Jessica e il suo intramontabile trench

Ma torniamo al romanzo. A Cabot Cove (bellissima con i suoi giardini pieni di rose, le biciclette con cestini di vimini e le aragoste a pranzo e a cena) Jessica Fletcher vorrebbe solo concedersi una pausa, ma la consegna del suo nuovo romanzo è imminente. In più, manca solo una settimana al Giorno del Ringraziamento, il che implica per Jessica una serie di attività che non hanno niente a che fare con il romanzo giallo che deve consegnare al suo editore.

Quell’anno, infatti, ha deciso di dare la tradizionale cena del Ringraziamento a casa sua e Maureen, la moglie dello sceriffo, si è offerta di aiutarla nei preparativi.

Maureen ha una gran passione per la cucina, ma ha anche un approccio a dir poco insolito (e che non sempre riscuote successo) nei confronti dei piatti tradizionali. Per esempio, per quella occasione propone a Jessica di cucinare il tacchino in maniera diversa. Solo che non si trattava proprio di un tacchino, ma di un “turducken” (ricetta di Paula Deen, su Food Network), cioè un tacchino disossato con dentro un’anatra disossata, ripiena a sua volta di un pollo disossato…

Dal canto suo, Jessica pensa invece di servire il tacchino al forno come al solito, cucinato secondo la sua vecchia ricetta, più volte sperimentata.

 A tavola sarebbero stati in nove, compreso un suo caro amico scozzese: l’ispettore di Scotland Yard George Sutherland. Tuttavia, la scrittrice non si illude che il numero dei commensali possa rimanere quello. Negli anni passati c’erano sempre state le aggiunte dell’ultimo minuto. E la cosa le va anche bene. Allungandolo, il suo tavolo ospita comodamente quattordici persone.

Il Giorno del Ringraziamento è in assoluto la sua festa preferita e vuole che sia un evento speciale anche per George: ha tutte le intenzioni di servire una cena fantastica, oltre che creare la calda atmosfera che da sempre accompagna questa celebrazione.

Da qualche tempo poi, in occasione del Ringraziamento, a Cabote Cove si mette in scena una rappresentazione per ricreare l’atmosfera dei primi festeggiamenti storici della neonata civiltà americana. E quell’anno è stata proprio lei  a scrivere gran parte del copione. La scelta è stata quella di concentrarsi sul ruolo svolto dai vari presidenti degli Stati Uniti nel consacrare il Ringraziamento come festa nazionale americana. Da subito, però, sorgono delle divergenze riguardo alla figura del presidente Franklin Delano Roosevelt. Fino al suo mandato, infatti, il Ringraziamento veniva celebrato l’ultimo giovedì del mese di novembre, data fissata dal presidente Abramo Lincoln nel proclama del 1863. Ma Roosevelt lo aveva spostato in avanti di una settimana per prolungare la stagione dello shopping natalizio. L’opinione pubblica era insorta obbligandolo a riprendere in considerazione la data originaria. Nel 1941 il Congresso aveva infine sancito che il Ringraziamento diventasse una ricorrenza ufficiale da celebrare il quarto giovedì di novembre. Fin qui la questione della rappresentazione.

Ma, in quella fatidica settimana, oltre alla recita, Jessica deve aiutare anche a preparare un pranzo del Ringraziamento per i meno fortunati, organizzato come ogni anno nel centro per anziani.

Più di tutto, però, a occupare i suoi pensieri, sono le misteriose lettere anonime che riceve da un pò di tempo e la presenza di un inquietante signore, appena giunto in città, che passa le giornate sul marciapiede davanti alla sua splendida casa vittoriana.

Non c’è da meravigliarsi se, per la prima volta, Jessica sperimenta quello che è definito il blocco dello scrittore…

Il momento di festeggiare il Ringraziamento arriva.

Il frigo e la cucina di Jessica Fletcher sono pieni di cibi tradizionali: tacchino, pane alla zucca, panini alla Parker House, panini dolci, torte di mele e di noci, mais. In più, ci sono le pietanze preparate da alcuni degli invitati alla sua cena: lo sformato di patate dolci di Maureen, la clam chowder (la celebre zuppa di vongole del New England, qui la ricetta) di Susan (la moglie del sindaco), la salsa ai mirtilli delle sorelle Copeland, la torta di zucca (cliccate qui per la ricetta) di Linda…

Clam chowder, la celebre zuppa del New England

Ma, mentre tutti gli invitati stanno per mettersi a tavola, qualcosa non va come previsto: un ospite tanto inatteso quanto sconveniente crea disagio tra i commensali e, poco dopo, Jessica e George fanno una tragica scoperta.

Riuscirà la Signora in Giallo a riportare un pò di tranquillità a Cabot Cove?

E con questa domanda chiudo il mio articolo, ma non prima di lasciarvi alcune ricettine americane, tipiche del Giorno del Ringraziamento: due versioni delle celebri zuppe del New England e la ricetta della torta di zucca.

Io non le ho ancora provate: aspetto il mio ospite inatteso…

Buona serata,

Angela

4 thoughts on “Murder, she wrote…

  1. Molto interessante l’origine del Giorno del ringraziamento (so che si festeggia in modo diverso nelle nostre campagne come ringraziamento per il raccolto), Mi è piaciuto molto anche l’approccio alla festa in giallo. Adoro Jessica Fletcher. Unico neo: essendo vegetariana, sorvolo sui tacchini, che secondo me stanno meglio nei campi! E anche sulle ostriche e sulle aragoste di Cabot Cove… 😉

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