NEVER EXPLAIN!

NEVER EXPLAIN!

PARTE XI

 “I’d like to be a Queen of people’s hearts”

Avviso per chi legge: come in tutti gli altri della serie, anche in questo articolo immagino di conversare con la scrittrice di gialli Agatha Christie su alcuni singolari eventi che si sono verificati prima e dopo l’incidente mortale di Lady D, Principessa di Galles. Le informazioni (e anche le affermazioni) contenute nel dialogo immaginario sono il risultato delle mie ricerche su una selezione di libri, inchieste giornalistiche, tesi di laurea, documentari, film, serie TV e podcast che, negli anni, si sono occupati della sua vita e della sua morte. In quanto “selezione”, i materiali utilizzati non hanno quindi alcuna pretesa di completezza. Anche in questo scritto, per onestà intellettuale, è doveroso però avanzare alcuni caveat: l’irrefrenabile disprezzo di chi scrive per “l’altra donna” della storia potrebbe “viziare”, in maniera involontaria, alcune affermazioni che la riguardano. Si ricorda, infine, che, all’interno di una cornice di fatti ricostruiti in maniera il più possibile oggettiva, si avanzano anche ipotesi (alcune volte azzardate), che sono il frutto dell’immaginazione dell’autrice dell’articolo.

Mia cara, sei tornata! Ormai credevo che non avresti più lasciato le calde acque del Mediterraneo per il mar Celtico.

In realtà, Agatha, io adoro il Devon e non vedevo l’ora di tornare. Grazie infinite per avermi ancora invitata a Greenway. Comunque, ho pensato a lei durante la mia vacanza in Spagna, e guardi un po’ cosa le ho  portato…

È una padella enorme!

È una paellera. Così potremmo preparare la paella valenciana. O, se preferisce, quella de mariscos.

Risulto ingorda e sfacciata se ti chiedessi di cucinare entrambe le versioni?

Assolutamente no! Anzi, proporrei di accompagnarle con abbondante sangria!

Mi sono mancate le nostre conversazioni, cara. Non vedevo l’ora che tornassi per riprenderle, ma dove eravamo rimaste?

Alla fine del 1992, quando il primo ministro John Major annunciò la separazione della coppia reale. Come certamente ricorderà, l’evento che scatenò la collera della Royal Family, e che spinse verso la separazione, fu la pubblicazione del libro di Andrew Morton, Diana: Her True Story in Her Our Words, a cui la Principessa aveva segretamente collaborato. Quasi due anni dopo, nel novembre del 1994, arrivò la replica del marito con il libro The Prince of Wales: An Intimate Portrait, scritto dal noto giornalista inglese Jonathan Dimbleby. La pubblicazione fu anticipata da un documentario televisivo curato dallo stesso giornalista. Come può notare, Agatha, i divieti reali valevano solo per la Principessa: il marito poteva utilizzare libri e documentari televisivi per diffondere e avvalorare la sua narrazione. Ah, un’altra cosa: nel documentario confessò anche l’adulterio con l’altra donna. La Principessa non si aspettava un’ammissione del genere e ne rimase sconvolta…

Perché era troppo ingenua, cara… non aveva capito che il principe e il suo staff stavano già lavorando per “introdurre” l’altra. Ammettere l’adulterio in pubblico era funzionale al progetto… come dire: il primo passo per far uscire l’amante dall’ombra.

Ma nel 1994 l’altra era ancora sposata e il principe e la Principessa erano solo separati…

Scommetto che i loro status coniugali cambieranno di lì a poco…

In effetti, sì. E anche in questo caso, a far precipitare tutto, sarà l’ennesima violazione della regola “never complain, never explain” da parte della Principessa.

Credo che l’esito della storia sarebbe stato il medesimo anche senza tale violazione…

Cosa intende dire, Agatha?

Ti spiegherò dopo. Vediamo se ciò che mi racconterai collimerà con quanto immagino.

Dunque, fra il 1992 (anno di pubblicazione del libro di Morton) e il 1994 (anno di pubblicazione di quello di Dimbleby) molti membri della famiglia reale, e soprattutto il marito della Principessa, si servirono della televisione per promuovere le loro cause e per parlare delle loro vite private. Come già le anticipavo, questa stessa libertà non era però concessa alla Principessa, che, nello stesso periodo, dovette rifiutare svariate interviste da parte di grandi giornaliste televisive (fra cui Oprah Winfrey, Diane Sawyer e Barbara Walters) per non incorrere nuovamente nella collera reale. La stessa BBC, nel 1993, contattò il segretario privato della Principessa (Patrick Jephson), chiedendogli se fosse interessato a parlare con Sue Lawley, una conduttrice televisiva di lunga esperienza. Ma l’offerta venne declinata. Ma non si trattava solo del divieto di parlare. Dal 1992 in poi, il ruolo pubblico della Principessa fu molto ridimensionato dai funzionari di corte perché l’obiettivo della Regina era riabilitare l’immagine del figlio, erede al trono, dopo lo scandalo dei nastri (illegalmente registrati nel 1989, ma trascritti e resi pubblici nel 1993) che contenevano le sue effusioni “intime” con l’altra donna. La riabilitazione della credibilità del principe rese necessario anche l’uso di metodi molto discutibili da parte del suo staff: come far circolare notizie false o esagerate che riguardavano  la Principessa sui più agguerriti tabloid (fra le tante, quella delle tremila sterline che la giovane donna  avrebbe speso in vestiti in una sola settimana oppure quelle sui suoi presunti amanti). Lo scopo era farla passare come una persona frivola e tendente agli eccessi per  ridimensionare la sua immagine pubblica che offuscava costantemente quella del marito. Fu per questo che nel 1995, la Principessa avvertì nuovamente il profondo bisogno di parlare, di perorare la sua causa. E come nel 1992 si era “servita” del libro di Andrew Morton per spiegare la vera natura della sua vita all’interno della Royal Family, tre anni dopo, nel 1995, decise di mettere da parte ogni finzione e di parlare direttamente alla gente attraverso la BBC. Fu una scelta coraggiosa la sua, perché per la prima volta si sentiva pronta ad accollarsi la responsabilità delle sue parole, delle sue azioni, della sua vita…

L’intervista è ciò che le farà perdere tutto, cara? Io sono dell’idea che era stato già deciso che lei uscisse di scena: i tempi stavano velocemente cambiando e ciò che prima non era considerato accettabile (ovvero che l’erede al trono divorziasse e sposasse la sua amante, a sua volta divorziata), ora poteva essere accettato (cambiando, ovviamente alcune regole)…

L’intervista fu registrata in gran segreto nell’appartamento della Principessa a Kensington Palace, in un sabato di inizio novembre. La segretezza fu essenziale: con una semplice telefonata il Palazzo avrebbe potuto fermare tutto. Lei sapeva che non poteva fidarsi di nessuno, così diede un giorno di libertà all’intero staff. Martin Bashir (il giornalista che condurrà l’intervista) e le sue attrezzature per registrare furono introdotti a Kensington Palace di soppiatto (ben nascosti da un plaid scozzese sul sedile posteriore dell’auto del maggiordomo). Perfino a programma ultimato, i dirigenti della BBC tennero all’oscuro i capi dell’emittente televisiva, temendo la censura dall’alto.

Cara, sono decisamente una donna d’altri tempi, ma perfino a me sembra inconcepibile che un personaggio internazionale, qual era la Principessa del Galles, sia stata costretta a ricorrere a espedienti così straordinari per registrare un’intervista.

Ha ragione, Agatha. Questa vicenda ha messo in ridicolo la nozione che abbiamo di vivere in una società aperta. Se la stessa e identica cosa avesse coinvolto una principessa del Medio Oriente, da tutto l’Occidente si sarebbero levate voci di protesta e sdegno per il regime repressivo.

Eppure, nella civile, moderna e democratica Inghilterra del 1995, nessuno rifletté su questo aspetto… Ma continua il racconto, cara.

La famigerata intervista, condotta da Bashir, fu mandata in onda il 20 novembre 1995 ed entrò nella storia: per la prima volta un membro della famiglia reale parlò senza alcun tipo di filtro di tutti i retroscena di Buckingham Palace. Più tardi si scoprì che essa fu studiata nei minimi dettagli: le domande furono scritte e discusse prima delle riprese, ogni tipo di espressione fu calcolata e persino il trucco e l’abito della Principessa furono appositamente selezionati. L’intervista ripercorse gli aspetti già trattati nel libro di Morton: la giovane donna parlò con grande sincerità della sua sofferenza durante gli anni del matrimonio, dei disordini alimentari, della depressione post-partum, delle sue inascoltate richieste d’aiuto, dei nemici all’interno del Palazzo; parlò anche del tradimento del marito, definendo il loro matrimonio da sempre “troppo affollato” e alludendo alla costante, quanto inopportuna, presenza dell’altra donna nella vita del principe. Confessò anche il suo tradimento con un ex ufficiale delle Life Guards. E disse che suo marito, erede al trono d’Inghilterra, non era adatto al “supremo incarico” di diventare re. Poi alla domanda «Pensa che diventerà regina?» rispose senza indugi: «No, non lo penso»; «Mi piacerebbe diventare Regina dei cuori della gente, ma non mi vedo come regina di questo paese. Penso anche che molte persone non mi vorrebbero come regina. In realtà, quando dico molte persone, parlo dell’istituzione con cui sono sposata, perché ha deciso che sono una fallita».

Ciò che disse segnò ufficialmente la rottura tra lei e la famiglia reale.

Sì, Agatha. Ancor più perché concluse che non avrebbe abbandonato la scena in silenzio. E, infatti, dopo questa intervista, la Principessa ottenne maggiore supporto dalle persone di tutto il mondo: si era ufficialmente trasformata da principessa (delle favole) da salvare a donna indipendente e moderna che stava facendo di tutto per salvarsi da sola.

La Principessa fu spietatamente sincera nell’intervista, utilizzando parole di fuoco per l’intera monarchia inglese… Mi chiedo perché sia stata disposta a parlare proprio con questo giornalista.

In molti si chiesero come fece Martin Bashir (praticamente uno sconosciuto) a ottenere quell’intervista, quando giornaliste di fama mondiale (del calibro di Oprah Winfrey) non c’erano riuscite. Oggi, Agatha, conosciamo la risposta: mentendo. Bashir usò la menzogna per ottenere lo scoop del secolo. E dopo anni di chiacchiere a mezza voce sul suo presunto comportamento non etico, la BBC decise di far luce su quanto avvenne all’epoca e nel 2019 incaricò un ex giudice della Corte Suprema del Regno Unito, Lord Dyson, di condurre un’indagine formale. Il risultato è stato un documento investigativo di 127 pagine in cui viene descritto il modo in cui Bashir manipolò la famiglia Spencer per ottenere quell’intervista. La BBC ne ha reso pubblico il contenuto nel 2021. Non vorrei dilungarmi molto, ma forse vale la pena gettare un po’ di luce sul retroscena dell’intervista perché, come lei stessa sentirà, riaffioreranno riferimenti a “forze non meglio identificate” (servizi segreti britannici?) che già in quel periodo avrebbero spiato la Principessa.

Ma certo, cara. Vai avanti: la storia è sempre più intricata.

Martin Bashir era disposto a tutto pur di accaparrarsi l’intervista con la Principessa. E lo fece. Chiese a un grafico freelance della BBC di creare un falso estratto conto bancario da cui risultasse che l’addetto alla sicurezza del conte Spencer (fratello della Principessa), avesse ricevuto pagamenti sia dalla stampa britannica sia da sospette società offshore in cambio di informazioni sulla famiglia Spencer. Ignorando il vero motivo della richiesta, il grafico acconsentì. All’inizio di settembre del 1995, Bashir mostrò tali documenti falsificati al fratello della Principessa. Poco tempo dopo, l’ambizioso giornalista sottopose ancora all’attenzione del conte Spencer una seconda serie di estratti conto bancari ancora più compromettenti. Da questi ultimi si evinceva che il segretario privato della Principessa (Patrick Jephson) e il segretario privato del marito (Richard Aylard) ricevevano segretamente dei pagamenti da conti sospetti con sede nelle Isole del Canale. Inoltre, produsse la falsa certificazione di un aborto riguardante la giovane tata dei figli della Principessa: la donna sarebbe stata costretta a ricorrere all’interruzione di gravidanza per tenere segreta la sua relazione con il Principe di Galles. L’iniziale reazione del conte Spencer fu quella di chiamare la BBC per farsi confermare le credenziali di Bashir (cosa che l’emittente fece prontamente). In ogni caso, il conte informò immediatamente la sorella in merito alle scoperte di Bashir, e la Principessa, allarmata, acconsentì a incontrare il giornalista. Considerata come si era svolta la sua vita all’interno del Palazzo, non ebbe difficoltà a credere all’uomo e, convinta del doppio tradimento del coniuge (non con una, ma con due donne), rilasciò l’infuocata intervista.

Quali sono state le conclusioni del rapporto Dyson?

Lord Dyson, ritiene che Bashir abbia sfruttato le paure della Principessa. Tra queste, c’era la convinzione che alcune forze non meglio identificate stessero cercando di sbarazzarsi di lei o di fare in modo che si ferisse per poter poi dichiararla “squilibrata”. In particolare, la Principessa temeva di restare vittima di un incidente d’auto provocato deliberatamente, ad esempio mediante la manomissione dei freni dell’auto. Va detto che Dyson non ha avuto difficoltà a dimostrare che i versamenti a beneficio dell’addetto alla sicurezza del conte Spencer fossero falsi, ma non è riuscito a trovare alcuna prova del fatto che lo fossero anche quelli a favore del segretario privato della Principessa e del segretario privato del marito. Tuttavia, l’ex giudice ha scritto di ritenere probabile che anche questi fossero stati contraffatti da Bashir. Anche la storia dell’aborto della tata si rivelò essere falsa, tant’è che la donna ricevette, dopo l’indagine condotta dall’ex giudice (e cioè 26 anni dopo) un risarcimento in denaro da parte della BBC.

Al di là delle manipolazioni di Bashir, la Principessa ha pronunciato parole di fuoco nell’intervista. Sono state cannonate sparate all’istituzione monarchica. I membri della famiglia reale e i sostenitori della monarchia  devono averla profondamente odiata in quel momento… ma  anche temuta. Nei mesi scorsi, ragionando sull’ipotesi che la Royal Family fosse in qualche modo “coinvolta” nell’incidente della Principessa, ti avevo chiesto se c’erano altri motivi, oltre la relazione con Dodi Al-Fayed, per i quali qualcuno  avrebbe voluto la morte della Principessa… A quanto pare, sì… e più di uno.

6 thoughts on “NEVER EXPLAIN!


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