Perché?

Perché?

PARTE VII

Il movente secondo Mohamed

Avviso per chi legge: in questo articolo immagino di conversare con la Regina del Giallo, Agatha Christie, chiedendomi quale sarebbe stata la sua idea sulle “coincidenze” che si sono verificate prima e dopo il misterioso incidente della Principessa.

Come sempre, sottolineo che le informazioni contenute nei dialoghi sono il risultato delle mie ricerche su una selezione di libri, inchieste giornalistiche, documentari tv e podcast che, negli anni, si sono occupati dell’incidente della giovane donna. Tuttavia, le azzardate ipotesi avanzate da Agatha sono il frutto della mia fantasia.

Agatha, Greenway House è meravigliosa in questo periodo.  Questi prati pieni di delicate sfumature blu sono di indescrivibile bellezza. Non ho mai visto niente di simile. Come si chiamano questi fiori?

BlueBell… sono campanelline selvatiche. Sai che la metà delle campanelle del mondo si trova proprio qui nel Regno Unito? Tuttavia, anche se molto diffuse, sono altrettanto delicate: se calpestate, non fioriranno per anni, per questo si consiglia di seguire i sentieri e di ammirarle da lontano. Approfittiamo di questa giornata per goderci la vista delle delicate fioriture e il calore leggero di questo sole. Più tardi Edna ci porterà del buon Earl Grey e delle tartine. Ti piacciono i cucumber sandwich?

Li adoro!

E i sandwich ai fichi?

Anche! A proposito di cibo e di fiori, ho lasciato la ricetta del filetto alla lavanda di cui le parlavo la volta scorsa alla sua cuoca: fra poco inizierà il periodo della sua fioritura e così potrà… “gustare” e “assaporare” al meglio questo delizioso giardino.

Grazie, cara: sono sicura che mi piacerà.

Stavo pensando che Greenway House è praticamente immersa in gigantesco giardino botanico…

In effetti ci sono circa 2.700 specie di alberi e piante diverse.

E così  pittoresco questo scorcio che si affaccia sulle sponde del River Dart! Mi sembra di conoscere questo posto da sempre! Perché sorride divertita?

Perché qui ci sei stata già molte volte, cara…

Aspetti! Non lo dica! Le meravigliose case di campagna descritte nei suoi gialli sono ispirate a Greenway House.

Non tutte… ma una, in particolare, sì.

 Non è Styles Court, dove abbiamo conosciuto il mitico Hercule Poirot e si è svolta la vicenda del suo romanzo d’esordio… Non è la casa di Lucy Angkatell, ovvero The Hollow, palcoscenico del romanzo “Poirot e la salma”. Non è neppure Gossington Hall in cui si sono svolte ben due storie: “C’è un cadavere in biblioteca” e  “Assassinio allo specchio”... Una casa di campagna in prossimità di un fiume descritta in un suo romanzo è … Nasse House ! Quella de “La sagra del delitto”!

Esatto, cara! Vedo che hai letto con attenzione… Ora, però, ritorniamo alla storia della Principessa. Siamo partite dall’ipotesi che l’incidente non sia stato esattamente un “incidente” e ci siamo concentrate sulla possibilità che i servizi segreti inglesi lo avrebbero orchestrato. Il passaggio successivo è capire per conto di chi avrebbe agito l’Intelligence britannica. Le ipotesi a riguardo non sono molte, da come si evince dal resoconto dei fatti che hai pubblicato nel secondo di questa serie di articoli…

Già, le ipotesi sui mandanti si riducono necessariamente a due, ovvero la Royal Family e i produttori di mine anti-uomo: l’Intelligence britannica e i servizi segreti francesi non si sarebbero scomodati per chiunque…   

Eppure… eppure, si  potrebbe ragionare su un terzo mandante… Ma ora non è il momento. Prima di farlo, esaminiamo l’ipotesi che a decidere la morte della Principessa siano stati “i signori delle armi”.

Certo, Agatha. Posso dirti che la Principessa era “in odore di Nobel”. Se fosse vissuta, forse, avrebbe ricevuto il prestigioso premio per la Pace per il suo impegno contro le mine anti-uomo. Poco prima che morisse, infatti, catalizzò l’attenzione del grande pubblico sulla strage silenziosa provocata da questi ordigni invisibili che ogni anno uccidevano e mutilavano circa 25 mila persone nel mondo. Nei suoi ultimi mesi di vita si era recata nei luoghi (Angola e Bosnia) in cui si trovavano la maggior parte delle vittime di questi insidiosi strumenti di guerra. Ho letto da qualche parte che né il governo conservatore né quello laburista gradivano l’interessamento della Principessa verso tale tema. Anche perché, come lei saprà meglio di me, i reali non dovrebbero immischiarsi negli affari dei politici. Sempre sull’argomento armi, poi, un noto regista e scrittore francese, Gillary Francis, nel suo libro Lady died (pubblicato nel 2007) ha avanzato invece un’ipotesi molto suggestiva e originale: il vero bersaglio dell’incidente mortale non sarebbe stata la Principessa, ma Dodi, proprio per il suo ruolo di armatore. Secondo Gillary, quel 30 agosto del 1997, il magnate egiziano non si trovava a Parigi per svago, ma si stava recando a un appuntamento preciso per concludere un contratto preciso. E quando Mohamed Al-Fayed, parlò di “complotto”, si riferiva al mondo degli affari, dei suoi affari (con le armi). Ma non poteva svelare gli “altarini” perché ciò avrebbe portato alla luce le sue attività e si sa, nel commercio delle armi bisogna usare la massima discrezione… Per questo il suo entourage gli consigliò di sviare l’attenzione sulla Principessa e sulla famiglia reale inglese…

Non riesco a vedere il vantaggio che avrebbe ricavato Mohamed Al-Fayed, coinvolgendo la famiglia reale … Invece di stanare i signori delle armi, colpevoli, secondo la teoria di Gillary, della morte del figlio, avrebbe insabbiato maggiormente le indagini, portando gli inquirenti su una falsa pista. Questa interpretazione non mi convince per nulla…

Non convince neppure me. Le accuse del magnate egiziano erano (e sono) tutte rivolte verso la Royal Family: a suo dire, il figlio Dodi e la Principessa sarebbero stati uccisi dai servizi segreti britannici (M16) su ordine del duca di Edimburgo (ex suocero della giovane donna e marito della Regina Elisabetta II). E sempre a suo dire, il movente sarebbe stata la presunta gravidanza della Principessa: la Corona britannica non avrebbe mai tollerato che la giovane sposasse un musulmano di pelle scura e dai capelli crespi che sarebbe, poi, diventato il “patrigno” di un futuro Re d’Inghilterra.

Al di là della relazione (qualunque essa fosse) della Principessa con Dodi, c’erano altri motivi per cui la Royal Family avrebbe voluto “liberarsi” della giovane… li hai accennati nel secondo articolo di questa inchiesta.

Sì, Agatha: c’erano altri motivi. Ma per poterli comprendere devo prima riassumerti la complessa storia della Principessa, così come è stata raccontata da lei stessa nel libro di Andrew Morton “Diana, la vera storia dalle sue parole” (1992), ma anche da come è stata raccontata da altri. Da molti altri. Perché, dall’epoca del matrimonio con il Principe ereditario (1981) in poi, in un crescendo di morbosa curiosità, la vita tanto riservata quanto semplice della giovane aristocratica, venne sviscerata sotto ogni possibile aspetto. Ma vedo che sta arrivando la sua cameriera, Edna, con il vassoio dei sandwich.

Facciamo la nostra pausa, allora. Riprenderemo più tardi il nostro discorso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!